Tracciati a nostra insaputa da iOS come da Android? Probabilmente la cosa è meno frivola di quanto potrebbe sembrare

Da giorni oramai si parla di questa “scoperta” secondo la quale iOS (ma anche Android) in qualche modo terrebbero traccia dei nostri spostamenti (se vi è scappato qualcosa potrete chiarirvi le idee su SlideToMac, oppure su iPhoneItalia e su iPadItalia, qui e qui); l’ulteriore conferma che non si tratti del solito chiacchiericcio ma che siamo di fronte ad una situazione che potrebbe dar vita ad uno scandalo anche di grosse proporzioni viene dalla notizia che anche un Procuratore Generale statunitense ha deciso di vederci chiaro.

Sul Chicago Tribune viene riportata proprio oggi la notizia che Lisa Madigan, Procuratore Generale dell’Illinois, ha chiesto ufficialmente un incontro sia con Apple che con Google proprio per chiarire alcuni aspetti di questa vicenda.
Una volta appurato infatti che questa raccolta di dati è -se possiamo- pratica comune e diffusa, il procuratore ora sarebbe interessato a conoscere se questi dati siano salvati solo in locale, sul computer del possessore del device, ovvero se in qualche modo vengano inviati alle aziende; a questo punto sarebbe importante sapere se le aziende conservino i dati della geolocalizzazione dei loro clienti, se sì per quanto tempo, ma soprattutto se in qualche modo utilizzino già questi dati a nostra insaputa.


Come sempre dunque, la cosa importante che anche il Procuratore Lisa Madigan vuole verificare è che non si configuri in qualche modo una violazione della privacy, ma che i dati, anche se raccolti a nostra insaputa, vengano debitamente protetti e soprattutto non utilizzati in alcun modo senza la nostra autorizzazione.

Insomma, quello che all’inizio sembrava poco più che un pettegolezzo, una sciocchezza scoperta per caso da due sviluppatori, sta assumendo proporzioni sempre più grandi con una eco che si diffonde oramai su tutto il globo. Staremo a vedere.

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