L’inarrestabile corsa di Apple: 11 miliardi di dollari in ordini per nuovi componenti

Secondo un documento finanziario di recente pubblicazione, il 10-Q form della U.S. Securities and Exchange Commission, Apple avrebbe fatto l’ennesimo record effettuando acquisti (più correttamente con degli impegni di acquisto) nel trimestre di Marzo 2011 pari a 11 miliardi di dollari.

Responsabili di questa impennata, la maggiore di sempre, corrispondente al 39% rispetto al trimestre precedente (11 miliardi di dollari contro 7,9 dell’ultimo trimestre 2010) sarebbero sia l’esplosione delle vendite di iPad 2, dal quale evidentemente ci si aspetta ancora molto, sia il possibile lancio di iPhone 5, atteso verosimilmente per la seconda metà dell’anno; quantomeno questo è il parere dell’analista finanziaria Katy Huberty di Morgan Stanley la quale, considerando che questo genere di spese normalmente servono a coprire il fabbisogno di componenti nel breve termine -vale a dire tra 1 e 5 mesi- si accoda alla compagnia di coloro che prevedono il lancio di iPhone 5 proprio subito dopo l’estate, verosimilmente a settembre.

Allo stesso modo il documento rivela anche un altro record: quello delle forniture sul lungo periodo; in questo caso le commesse di Apple con i suoi fornitori sarebbero di circa 2 miliardi di dollari e coprirebbero un periodo che si spinge fino all’anno 2022. Viene naturale associare questi dati con quanto rivelato da AppleInsider nel gennaio di quest’anno (qui) a proposito di una spesa di 3,9 miliardi di dollari in componenti per la quale Apple ha sempre rifiutato di rilasciare dichiarazioni ufficiali, trincerandosi dietro il segreto industriale.

Ma c’è un altro dato degno di nota: la crescita dei “margini operativi” (più correttamente operating margins) di Apple nella regione Asia e del Pacifico. Secondo il 10-Q la crescita in Asia rispetto al trimestre precedente è stata del 43,1%, superiore sia all’europa (42,3%) che agli USA (40,3%). La parte del leone l’avrebbe fatta la Cina, con un aumento del fatturato rispetto al trimestre precedente del 151% (pari al 25% del fatturato totale di Apple!); in questo contesto si colloca anche l’incremento del 76% del fatturato relativo al solo mercato dei Mac in Asia, definito da Tim Cook “un cambiamento epocale”.

Questi dati, come spesso succede, hanno “dato il La” all’analista per poter rispolverare un vecchio rumor mai tramontato e che a noi pare oramai piuttosto stucchevole: quello dell’iPhone mini; secondo l’esperta infatti, un device ad un prezzo contenuto -a suo avviso prevedibile già nel 2012- spalancherebbe ad Apple le porte del gigantesco mercato cinese con inimmaginabili prospettive di crescita; ma qui pare di essere passati da una analisi finanziaria alla previsione del futuro che, sebbene simili, non sono esattamente la stessa cosa.

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