Il nuovo servizio permetterà agli utenti di memorizzare le proprie canzoni su un server remoto, e quindi di accedervi da ovunque con una connessione Internet. La notizia è trapelata da due fonti interne ritenute attendibili. Anche Google sta lavorando su un progetto simile, ma è in una fase di stallo dello sviluppo.
Cupertino non ha siglato per ora nessun accordo con le major discografiche, le quali però sperano e “spingono” per un contratto prima che il servizio venga reso ufficiale. Ma dalla Apple arrivano solo dei no comment a qualsiasi tipo di richiesta di informazioni.
Amazon ha lanciato prima di tutti il servizio Cloud Drive, uno storage on line di 5 GB, e anche il servizio music locker, ovvero una sorta di “armadio musicale” per il salvataggio in remoto dei file musicali acquistati, da riprodurre in streaming sui propri device.
Apple, Google e Amazon sono in lotta per il controllo di queste nuove piattaforme per i media digitali, grazie alle quali nei prossimi mesi ogni utente avrà accesso alla propria libreria multimediale (audio, foto, video e libri) in ogni istante, senza che questa sia relegata a un solo computer o dispositivo elettronico.
Google era intenzionata ad avviare il servizio di streaming prima di Natale, e di agganciarlo subito al sistema operativo Android, ma sembra essere in ritardo per problemi tecnici di sviluppo. Di sicuro sta testando un sistema di abbonamento on line per questo tipo di servizio , e pare che stia sviluppando una sorta di iTunes per la parte multimediale.
I colloqui sono in corso a tutto campo con le più importanti etichette musicali del mercato: Universal Music Group, Sony, Warner Music Group ed EMI.
Amazon sta subendo minacce di azioni legali perché ritiene di non dover firmare alcun accordo con le case discografiche, infatti ogni utente che deposita i propri file musicali sul server remoto ha già acquistato le canzoni, e di conseguenza è lo stesso utente il proprietario di quei file, mentre Amazon fornisce solo un servizio.
Alla fine del 2009 Apple ha comprato Lala, una music company dalla quale acquisire competenze, che però ha chiuso ad aprile del 2010 proprio per concentrarsi su un servizio targato direttamente dalla Apple.
Invece Google lo scorso mese ha acquistato la canadese PushLife, società anch’essa specializzata nella musica multimediale, con lo scopo di potenziare dei servizi di Android.
Nei prossimi mesi stanno per arrivare tante novità, non solo hardware, ma anche di servizi on line di nuova concezione. Lo scopo è quello di offrire agli utenti funzionalità multimediali, aprendo di fatto un mercato ancora inesplorato, di grande fascino per i servizi possibili, e sicuramente di grandi guadagni.
Fonte: REUTERS