I chip Apple Silicon presenti nel nuovo MacBook Pro sono solo l’ultimo risultato del piano pluriennale di Apple per controllare ogni elemento dei suoi prodotti, ha affermato Johny Srouji in una delle sue rarissime interviste.
In qualità di vicepresidente senior hardware technologies di Apple, Johny Srouji è considerato uno dei possibili successori di Tim Cook alla guida dell’azienda ed è tra i principali protagonisti del passaggio dai processori Intel agli Apple Silicon avvenuto negli ultimi mesi.
Insieme a John Ternus e Greg “Joz” Joswiak, Srouji ha parlato di come l’azienda sia arrivata alla produzione dei nuovi processori M1 Pro e M1 Max. Tutto è nato quando l’azienda si è fissata l’obiettivo di avere tutto sotto controllo, dalla scocca esterna ai principali componenti interni.
Tengo sempre presente che Apple è prima di tutto un’azienda di prodotti. Se sei un progettista di chip, questo è il paradiso perché stai costruendo processori per un’azienda che costruisce prodotti. Quando invece sei un’azienda che fornisce componenti standard o processori a molti clienti, devi capire qual è il minimo comune denominatore: di cosa hanno bisogno tutti nel corso dei prossimi anni.
Lavoriamo come un unico team – i processori, l’hardware, il software, il design industriale e altri team – per poter avere una certa vision. Ci sediamo insieme e diciamo: ‘Okay, è limitato dalla fisica? O è qualcosa che ci consente di andare oltre?’ E poi, se non ci sono limiti imposti dalla fisica ed è solo una questione di tempo, cerchiamo di capire come costruirlo.
Srouji afferma che Apple ha iniziato i suoi sforzi per la realizzazione del suo processore partendo dalla CPU e poi passando alla grafica: “Anno dopo anno, abbiamo costruito la nostra forza ingegneristica, l’esperienza la capacità di fornire risultati“.
Parlando nello specifico di questo approccio applicato al nuovo MacBook Pro, John Ternus ha ripetuto il commento di Srouji sui team che lavorano insieme.
Tradizionalmente, hai un team in un’azienda che progetta un chip e ha il proprio insieme di priorità e ottimizzazioni. E poi il team del prodotto e un’altra azienda devono prendere quel chip e farlo funzionare nel design scelto. Con questi MacBook Pro, siamo partiti dall’inizio: il chip è stato progettato proprio quando si pensava al sistema.
Infine, commentando i rumor che parlano di Google in procinto di sviluppare un proprio processore, i tre dirigenti Apple hanno affermato che è la strada giusta da intraprendere: “Un consiglio che possiamo dare a Google per lavorare su nuovi processori? Comprare un Mac“.