Perché Neil Young sbaglia nel definire “m**da” i MacBook Pro

MacBook Pro come "la me**da". Queste le parole di Neil Young che hanno scatenato tante reazioni. Ma è davvero così?

Alcuni giorni fa, Neil Young ha definito i MacBook Pro dei prodotti “di m**da” per quanto riguarda la creazione di nuova musica, visto che mancherebbero gli elementi per realizzare brani di alta qualità. Caro Young, forse ti stai sbagliando.

NeilYoungPono

Il nostro articolo dedicato alla notizia di Neil Young che criticava aspramente i MacBook Pro ha scatenato un acceso dibattito e in tanti avete fatto notare come alcune dichiarazioni del mitico cantautore erano quantomeno errate. Ed è vero.

Come fa notare anche The Loop, non sappiamo se quei commenti siano stati solo una trovata pubblicitaria di Young per vendere il suo nuovo libro o se effettivamente ha perso il contatto con la realtà. Eppure, malgrado il suo presunto odio per il digitale, proprio Young si era tuffato nel mondo della tecnologia presentando Pono, un servizio musicale con annesso player di cui pochi ricordano l’esistenza. Pono era stato presentato nel 2014 come una reazione al formato Mp3, reo a suo dire di aver distrutto la qualità nella musica: si trattava di un file audio di alta qualità (FLAC) e del relativo lettore in grado di leggerli. Fu un flop. Young diede la colpa di questo fallimento alle case discografiche, ma forse i motivi erano ben altri.

Ma torniamo a noi e al fatto che, secondo Young, il MacBook Pro non sia in grado di garantire un’elevata qualità audio in quanto mancano alcuni elementi base come un DAC di qualità.

Parliamo del MacBook Pro da 16 pollici: al suo interno troviamo un sistema a sei altoparlanti hi‑fi con woofer force-cancelling, suono stereo, riproduzione Dolby Atmos, oltre a tre microfoni in array di qualità professionale e con rapporto segnale/rumore elevato e beamforming direzionale

Si tratta di elementi hardware piuttosto impressionanti da inserire in un laptop. Young ha anche detto che è complesso collegare DAC esterni al MacBook Pro a causa dei tanti problemi che ne scaturiscono, ma non è così. Un sacco di musicisti e studi di registrazione utilizzano DAC esterni senza alcun tipo di problema e con una qualità finale che non ha nulla da invidiare all’analogico, anzi.

Che poi il MacBook Pro sia comodo anche in mobilità non ci sono dubbi. Un musicista che vuole registrare al volo un’idea di brano durante un viaggio in treno può farlo con una qualità sufficiente utilizzando il microfono integrato del Mac. Poi, arrivati in studio, provvederà a registrarlo in modo professionale. La storia è piena di cantautori e musicisti che hanno registrato le loro idee sulle cassette di un Walkman, in un memo vocale o addirittura nei messaggi della propria segreteria. Forse lo ha fatto anche Neil Young. Ovviamente non erano registrazioni di qualità, ma servivano come base per il futuro album. E il MacBook Pro è in grado di gestire  da solo tantissime apparecchiature audio professionali collegate come periferiche esterne.

E’ probabile che Neil Young abbia esagerato nel tentativo, giustificato, di voler difendere l’analogico e la storia della musica. Ma questo non significa che il MacBook Pro faccia schifo. Anzi.

Il dato di fatto è che oggi l’industria musicale non registra più su nastro e tutti si sono spostati su soluzioni digitali in grado di garantire un’elevata qualità in tempi più brevi. Inoltre, proprio la rivoluzione digitale ha consentito e consente a molte più persone di registrare i propri brani e farsi conoscere con investimenti bassissimi. Anni fa, una cosa del genere era praticamente impossibile.

Apple ha sempre dato una grande importanza alla musica e alla parte audio dei suoi dispositivi. Tra gli ingegneri ci sono esperti audio di fama mondiale. L’azienda ha avuto anche la consulenza di un mostro sacro come Bob Clearmoutain per sviluppare il codec AAC utilizzato in Apple Music. Tutto questo è stato fatto per consentire agli utenti di ascoltare la migliore musica possibile, anche in streaming.

Oggi, gran parte degli artisti utilizza un Mac e app come Logic per registrare musica. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà. Ed è una realtà che sta consentendo a tantissimi artisti di emergere, artisti che magari, con i vecchi metodi che Young vorrebbe riproporre, oggi non avrebbero mai potuto far conoscere la loro musica al mondo.

Cosa ne pensate?

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