Apple e Sony non si sono ancora accordate per il lancio di iRadio, servizio di musica streaming che dovrebbe essere presentato il prossimo 10 giugno.
Partiamo proprio da quest’ultimo problema: il lancio di iRadio potrebbe infatti subire un ritardo rispetto al 10 giugno, a causa del mancato accordo tra Apple e Sony per quanto riguarda le remunerazioni dei brani ascoltati parzialmente. Un problema simile fu affrontato a suo tempo anche da Pandora.
Apple deve per forza di cose trovare un accordo con Sony, dato che tanti brani di artisti internazionali sono di proprietà di questa etichetta. Il problema è se e quanto pagare una canzone ascoltata solo per pochi secondi. Si tratta di una questione meramente economica, poiché bisogna decidere se pagare quando un utente ascolta parzialmente un brano, quanto pagare e dopo quanti secondi di ascolto scatta il pagamento. Una questione simile fu affrontata da Pandora, che alla fine decise di bypassare le case discografiche e di rivolgersi direttamente al servizio centralizzato di licenze del Digital Millenium Copyrigh Act, il quale prevede che è possibile passare in streaming da una canzone all’altra fino a 6 volte per ora e 12 volte al giorno. Apple vuole però trattare direttamente con le case discografiche, al fine di trovare il prezzo migliori per entrambe: con Universal e Warner (manca solo l’ufficialità) non ci sono problemi, ma con Sony non si trova un accordo sulla questione di cui abbiamo parlato poco fa. Se manca Sony, iRadio non viene lanciato anche perchè, nel momento in cui Apple cede a Sony, allora anche le altre due case discografiche potrebbero pretendere lo stesso e far decadere l’accordo. Tra i profitti di iRadio, infatti, non vi sono solo le percentuali sugli abbonamenti mensili e sugli acquisti diretti delle app su iTunes, ma anche gli introiti delle pubblicità inserite nel servizio.
Per quanto riguarda propriamente iRadio, secondo The Verge il servizio di Apple sarebbe stato già battuto da Google che, pochi giorni fa, ha presentato un modello molto simile per l’ascolto di musica in streaming al prezzo di 9,99$ l’anno.
Il servizio di Google, però, non offre nulla di nuovo rispetto a quanto non sia stato già visto con Spotify o Rdio, per cui quello che lo rende interessante non è la lista delle caratteristiche o dei brani contenuti, ma il fatto che sia stato sviluppato e promosso da una delle più grandi aziende del pianeta.
Apple vuole invece creare un servizio più simile a Pandora, collegato all’ascolto di stazioni radio e gestendo il tutto in maniera più ibrida. Per tale motivo, trovare l’accordo risulta ancora più difficile.