Sempre più ransomware, anche in Italia

ARTICOLO SPONSORIZZATO – Check Point rivela che gli attacchi ransomware sono aumentati in modo esponenziale lo scorso settembre, stando ai dati che riguardano le varianti di malware più diffuse che si sono abbattute sulle reti delle aziende.

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In Italia, la minaccia del ransomware Locky è diventata addirittura la seconda più diffusa dopo la variante di malware Conficker. Sotto la pressione degli attacchi di questi criminali 2.0, infatti, il nostro Paese ha scalato la classifica dei paesi più minacciati dagli hacker, salendo di ben 7 posizioni nell’arco di un solo mese. A settembre, l’Italia è stata il quarto paese nel mirino degli attacchi informatici in Europa, e il quarantunesimo a livello mondiale.

Per la prima volta da quando è stata avviata questa ricerca, i ransomware sono balzati tra i primi tre classificati nel Threat Index di Check Point. Infatti, il ransomware Locky è responsabile del 6% di tutti gli attacchi rilevati a livello globale lo scorso settembre. La presenza di attacchi ransomware, in rapporto al totale, è aumentata del 13% a livello mondiale. Coerenti con i trend più recenti riguardo al numero delle varianti attive di malware, le cifre sono rimaste molto alte, con tre nuovi malware nella top 10 dei più aggressivi, tra cui Chanitor, che scarica payload malevoli, l’exploit kit Blackhole e Nivdort, un bot multifunzionale. Per il sesto mese di fila, inoltre, HummingBad si afferma come il malware più usato per attaccare i dispositivi mobili.

In generale, Conficker è stata la variante più diffusa, responsabile del 14% degli attacchi rilevati; al secondo posto, si posiziona Sality, causa del 6% delle infezioni, mentre è proprio al terzo posto che emerge Locky, il ransomware che ha attaccato nel 6% dei casi riscontrati. In totale, le 10 varianti più comuni hanno causato il 50% di tutti gli attacchi di cui siamo a conoscenza.

  • Conficker – Worm che consente operazioni da remoto e download di malware. Le macchine infettate vengono controllate da una botnet, che contatta il server Command&Control, pronta a ricevere istruzioni.
  • Sality – Virus che consente operazioni da remoto e il download di ulteriori malware sui sistemi infetti. L’obiettivo principale è restare latente in un sistema, e trovare il modo di attivare controlli da remoto e installare così nuovi malware.
  • Locky – Ransomware che ha iniziato a circolare nel febbraio 2016, e si diffonde soprattutto attraverso email di spam, che contengono un downloader camuffato con un Word o un file Zip allegato, che poi viene scaricato e installa così il malware, che crittografa tutti i file dell’utente.

Le varianti di malware per dispositivi mobili sono rimaste una minaccia significativa per le aziende a settembre. I tre più diffusi sono stati:

  • HummingBad – Malware Android che istalla un rootkit persistente sul dispositivo, oltre a applicazioni fraudolente, e innesca altre attività malevole, come l’installazione di key logger, e il furto di credenziali, e scavalca i sistemi di crittografia delle email utilizzati dalle aziende.
  • Triada – backdoor modulare per Android, che permette di raggiungere permessi maggiori rispetto all’utente, e quindi di scaricare malware, riuscendo anche ad inserirsi nei processi di sistema. Triada, inoltre, è in grado di imitare le URL caricate sul browser.
  • Trojan che utilizza i privilegi di root per scaricare e installare applicazioni sul telefono cellulare all’insaputa dell’utente.

 

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