Malware sempre più personalizzati e pericolosi

Achab ha presentato l’annuale analisi delle minacce informatiche del 2015, elaborate da Webroot nel report “Next Generation Thrests Exposed”. Tanti gli spunti di interesse, visto che i malware stanno diventando sempre più pericolosi e personalizzati per singoli dispositivi.

Classifica dei Paesi che ospita siti di phishing


Dallo studio emerge che molti attacchi vengono creati, eseguiti e conclusi nel giro di qualche ora e in alcuni casi anche nel giro di pochi minuti. I dati raccolti da Webroot durante tutto il 2015 mostrano che oggi gli attacchi sono ormai divenuti globali e fortemente dinamici. Gli esperti Webroot hanno analizzato oltre 27 miliardi di UR, più di 600 milioni di domini e 4 miliardi di Indirizzi IP, oltre 9 miliardi di file, più i 20 milioni di App mobile e oltre 10 milioni di sensori connessi.

Gli attacchi informatici oggi rappresentano ormai una realtà che non riguarda più solo enti governativi e multinazionali ma interessa anche PMI, liberi professionisti e utenti finali. Malware e applicazioni PUA (Potentially Unwanted Application) sono diventatati polimorfici: oltre il 97% delle istanze di malware rilevate nel 2015 è comparsa su un solo dispositivo. Ciò significa che il malware di oggi è personalizzato e specifico per ogni utente. Altri numeri portano a questa conclusione: i “ceppi” delle applicazioni PUA sono passati da 30.000 nel 2014 a 260 nel 2015. Il “ceppo” di virus è passato da 700 a circa 100.

Inoltre, la diffusione dei virus è cresciuta e per spiegare questo fenomeno la chiave di lettura è il polimorfismo, ossia meno “fonti” di virus unici ma con molte più varianti rispetto a prima. Il fatto che i virus cambino in continuazione richiede anche un cambio di azioni nel contrastare i virus. Non sono più sufficienti antivirus che scaricano “le firme” aggiornate perché, se i virus continuano a cambiare velocemente, gli aggiornamento degli antivirus non riescono a reggere questo ritmo: occorre un software di protezione che lavori a più livelli e faccia ricorso a più tecnologie per l’individuazione delle minacce, possibilmente in tempo reale.
Gli IP da cui partono questi attacchi presenti in lista si trovano in tutte le regioni del mondo, anche se le nazioni con il maggior numero di IP presenti in lista (Stati Uniti e Cina) sono largamente davanti a tutti gli altri stati. La maggior parte degli indirizzi IP della lista ha in qualche modo a che fare con lo spam; questi indirizzi inoltre hanno una vita molto breve e sono quindi praticamente impossibili da intercettare utilizzando le “tradizionali” blacklist statiche. Possono essere invece bloccati con sistemi che usano liste dinamiche aggiornate in tempo reale.

Nel corso del 2015 Webroot ha analizzato e classificato milioni di URL e in particolare per il phishing emergono dei numeri interessanti. La probabilità per un utente di incappare in un sito di phishing nel corso del 2015 è del 50% (contro il 30% del 2014), il che testimonia l’efficacia di questo tipo di attacchi. Le aziende più colpite dal phishing sono le aziende finanziarie e tecnologiche – di seguito la tabella con le Top 5 aziende maggiormente prese di mira nel 2014. Google in particolare la fa da padrone: nel solo 2015 ci sono stati 83.000 siti che si spacciavano per Google cercando di recuperare le credenziali degli utenti. La “classifica” dei Paesi che ospita siti di phishing evidenzia al primo posto gli Stati Uniti e a seguire Regno Unito e Germania.

Webroot ha analizzato inoltre lo scenario mobile, in questo contesto sono state prese in considerazione oltre 10 milioni di App Android nel solo 2015. Queste App sono state classificate secondo i parametri “buona”, “dannosa”, “a rischio moderato”, “sospetta”, “indesiderata”. Il 52% di tutte le nuove App sono state categorizzate come indesiderate o dannose, e solo il 18% come buone. E non finisce qui: la maggior parte delle App risultano essere veicolo di virus Trojan (60%) o OUA (28%). Nemmeno gli utenti di iOS non possono considerarsi immuni dagli attacchi: la versione Trojan dell’ambiente di sviluppo Xcode, per esempio, ha infettato 2 milioni di utenti iOS.

Diventa quindi sempre più importante trovare soluzioni per proteggere i propri dispositivi ed evitare comportamenti sconsiderati quando si naviga sul web.

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