Quest’oggi il gruppo di attivisti di Greenpeace ha pubblicato un articolo intitolato “How clean is your cloud?”, al suo interno trova posto un’indagine sul tipo di energia utilizzata dai singoli data center di varie aziende del settore tecnologico.
Eccovi un breve estratto dell’articolo:
Data la grande richiesta di energia per mantenere il cloud, l’accesso ad una significante quantità di corrente elettrica è la chiave fondamentale che spinge le aziende a costruire i propri data center in apposite location. Parallelamente nel corso degli anni ci sono stati grandissimi miglioramenti riguardo l’efficienza energetica ed anche il risparmio, ovvero un migliore utilizzo della corrente stessa. Nonostante questo, è ora che le realtà non tentino solamente di risparmiare, ma guardino anche da quale fonte prendono la corrente utilizzata negli edifici.
Lo studio è stato condotto su 14 differenti compagnie, tra queste solamente Apple, Amazon e Microsoft hanno trasgredito utilizzando materiali inquinanti. Nello specifico delle 14 realtà solamente Apple ricava il 55% della propria energia dal carbone. Greenpeace riconosce il grande lavoro dell’azienda per la costruzione del nuovo data center ad energia solare nel Maiden (North Carolina), ma minimizza il significato di tale costruzione, in quanto sostiene che gli impianti fotovoltaici saranno in grado di coprire solamente il 10% dell’energia totale richiesta. Allo stesso modo, la scelta di localizzare il prossimo edificio proprio in quell’area è dovuto al fatto che la Duke Energy (l’azienda che fornisce la corrente elettrica) continua ad investire sull’energia derivante dal carbone e dal nucleare, impiegando pochissime risorse nel campo del rinnovabile.
Per ovviare al grandissimo successo del servizio iCloud, Apple ha drasticamente incrementato il numero dei propri data center. Essa ha investito all’incirca 1 miliardo di dollari per la costruzione dell’iData Center nel North Carolina ed ha recentemente annunciato una nuova espansione a Prineville, nell’Oregon. Sfortunatamente entrambi gli impianti saranno prevalentemente alimentati da energia derivante dal carbone; una grave mancanza dell’azienda è la trasparenza in relazione alla quantità di energia richiesta e necessaria per i vari data center, ma soprattutto l’impossibilità di prendere visione dei suoi progetti futuri sempre in relazione a quale tipo di energia verrà utilizzata.
Sebbene Greenpeace prenda atto del piccolo sforzo di Apple nel tentativo di orientarsi verso un futuro più green, essa condanna notevolmente la mancanza di trasparenza, ovvero l’impossibilità di conoscere nello specifico quali siano i futuri progetti sul tipo di energia che verrà impiegata nei singoli impianti. Al contrario di Apple, Amazon e Microsoft, le realtà che ottengono pieni voti dall’analisi del gruppo di attivisti sono Yahoo e Google, grazie al grandissimo utilizzo di energia rinnovabile nei propri progetti.
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