Recensione macOS 10.12 Sierra: continuità e produttività

Durante la WWDC 2016, Apple ha rivelato la nuova versione del sistema operativo per Mac, Sierra, che verrà rilasciato tra poche ore. Abbiamo avuto modo di provarlo in questi mesi di beta testing e siamo pronti per fornirvi una recensione dell’ultima versione dell’OS desktop di Apple.

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Ciò che salta subito all’occhio è il cambio di nome per il sistema. Quest’anno, Apple ha deciso di allineare il nome del sistema desktop a quello degli altri OS della famiglia di prodotti. Si passa quindi, dopo circa 16 anni, dal vecchio nome OS X (o Mac OS X, com’era inizialmente) a macOS, che è effettivamente nello stesso stile di iOS, tvOS e watchOS.

Le novità principali di Sierra riguardano Continuity e l’integrazione con iOS e watchOS. Il nuovo aggiornamento porta numerosi vantaggi agli utenti che possiedono più di un prodotto Apple, e la coppia iOS 10 – macOS Sierra riesce a fornire produttività e continuità ad un livello che difficilmente troviamo su altri sistemi operativi.

Ho provato Sierra sul mio MacBook Pro Retina da 13″ (fine 2013) dalla prima Developer Preview, utilizzandolo come sistema operativo principale, e difficilmente riuscirei a tornare indietro. Nell’utilizzo di tutti i giorni, alcune novità tornano veramente utili e permettono di risparmiare un tempo notevole.

Ad esempio, se abbiamo al polso il nostro Apple Watch, possiamo utilizzarlo per sbloccare il Mac senza bisogno di inserire alcuna password. Basta semplicemente risvegliare il computer dallo stop o dal salvaschermo e il riconoscimento avverrà automaticamente. Lo stesso discorso vale per gli appunti condivisi, che utilizzano Continuity per sincronizzare in tempo reale gli appunti tra tutti i nostri dispositivi. Molto spesso in questi mesi di test mi è capitato di voler salvare un’informazione trovata sul mio iPhone in un documento aperto sul Mac. Mentre prima ero costretto ad utilizzare iMessage per inviarmi gli appunti sul Mac, perdendo qualche minuto (non sempre il messaggio veniva visualizzato sul computer), ora è sufficiente selezionare il testo su iPhone, copiarlo e poi incollarlo direttamente sul Mac. L’aspetto davvero notevole è che la condivisione degli appunti non si limita solamente al testo, ma include anche immagini, link, video e tutto ciò che è possibile copiare negli appunti di un dispositivo.

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Quante volte vi sarà capitato di avere un file su un Mac che non potete raggiungere (magari perché spento), e di volerlo utilizzare su un altro computer mentre siete fuori casa? A me capita spesso. Con Sierra, in fase di configurazione iniziale, possiamo scegliere se condividere e sincronizzare automaticamente le cartelle Documenti e Scrivania su iCloud, così da ritrovare immediatamente i file su tutti i computer connessi al nostro account. Salvando un’immagine sulla scrivania di un MacBook, la ritroviamo in pochi secondi anche sulla scrivania dell’iMac in salone. Con l’applicazione iCloud Drive, poi, possiamo accedere ai documenti anche da un dispositivo iOS con la stessa semplicità.

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iCloud Drive in Sierra non si limita soltanto a condividere documenti, ma è utilizzabile anche per liberare spazio sul disco del Mac. Apple ha integrato in macOS un’applicazione dedicata alla gestione dello spazio occupato sul disco, che con pochi semplici passi ci permette di liberare decine di gigabyte di spazio, caricando su iCloud Drive i file utilizzati raramente e visualizzando in un’interfaccia pulita e minimale i file di dimensioni maggiori, permettendo di eliminarli definitivamente con un click.

Come già detto, il mio MacBook Pro ha uno schermo da 13″, che anche impostato sulla risoluzione “media” (l’opzione “più spazio” rende gli elementi dell’interfaccia davvero troppo piccoli, oltre ad influenzare fortemente le prestazioni grafiche del Mac) mette a disposizione uno spazio di lavoro abbastanza ristretto. Diverse volte, lavorando con più documenti aperti contemporaneamente, mi è capitato di perdere traccia delle finestre dell’applicazione e di perdere tempo a cercarle con Mission Control, passando continuamente dall’una all’altra. In Sierra ciò è capitato pochissime volte, grazie alla possibilità di organizzare le finestre di qualsiasi applicazione in schede, senza alcuna modifica da parte degli sviluppatori. Ad esempio Pages, che non è stata aggiornata per Sierra, è una delle applicazioni che più traggono benefici da questa possibilità. Con l’arrivo della modalità Picture-In-Picture per i video, poi, lavorare a un documento mentre si apprendono informazioni da un filmato è un gioco da ragazzi.

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Arriviamo finalmente alla novità più grande e desiderata di macOS 10.12: Siri. Finalmente, dopo anni di attesa, l’assistente vocale arriva anche su Mac, più potente e intelligente che mai.

Siri è in grado di interagire con il Finder, con le applicazioni e con il Centro Notifiche per eseguire un numero di operazioni davvero notevole. Ad esempio, possiamo chiedere a Siri di mostrarci i file che abbiamo creato la settimana scorsa, e una volta identificato quello che ci serve, trascinarlo con un Drag&Drop direttamente dalla finestra di Siri in una mail e inviarlo come allegato. Oppure, possiamo chiedere a Siri di cercare un’immagine su internet e poi ancorare i risultati nel Centro Notifiche, per utilizzarli successivamente. Ovviamente, possiamo chiedere a Siri su Mac tutto quello che chiediamo a Siri su iOS, quindi creare promemoria, note, inviare messaggi, convertire unità di misura e molto altro. L’unica nota negativa è l’assenza del comando “Hey Siri”, che sarebbe stato la ciliegina sulla torta.

Dal punto di vista della sicurezza sono stati apportati dei cambiamenti che potrebbero far storcere il naso agli utenti più esperti. Apple ha rimosso l’opzione “Dovunque” per l’apertura delle applicazioni in Gatekeeper, costringendo l’utente ad aprire le applicazioni “sconosciute” con un click del tasto destro del mouse, scegliendo poi l’opzione Apri. È comunque possibile riattivare l’opzione tramite un comando da Terminale.

Le novità non finiscono qui: abbiamo infatti un’applicazione Messaggi completamente rinnovata e in linea con quella di iOS 10, un nuovo tab “Ricordi” nell’applicazione Foto, un riconoscimento facciale avanzato per le foto, la possibilità di collaborare alla scrittura di una nota condivisa, l’assistente RAID in Utility Disco e altre funzionalità minori. Merita una menzione anche l’introduzione, seppur attualmente per soli sviluppatori, del nuovo Apple File System (APFS), che sarà utilizzato presumibilmente nelle prossime versioni di macOS.

Una funzionalità che non ho avuto modo di provare, purtroppo, è Apple Pay dal Mac. Nei paesi in cui il servizio è già disponibile, possiamo utilizzare il computer per pagare tramite Apple Pay su un qualsiasi sito web che lo supporti, e il pagamento viene autenticato tramite un iPhone o un Apple Watch.

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Dal punto di vista delle prestazioni e della stabilità, macOS Sierra si mantiene sugli stessi livelli di El Capitan su hardware recente, risultando addirittura più veloce in determinate circostanze. Ho notato invece una maggior pesantezza su hardware più datato, tant’è che Apple ha deciso di aggiornare la lista di compatibilità dell’OS escludendo i modelli più vecchi di iMac, MacBook Pro, Mac mini e Mac Pro. Ufficialmente, quindi, è possibile installare macOS Sierra sui seguenti computer:

  • MacBook – fine 2009 e successivi
  • iMac – fine 2009 e successivi
  • MacBook Air – 2010 e successivi
  • MacBook Pro – 2010 e successivi
  • Mac mini – 2010 e successivi
  • Mac Pro – 2010 e successivi

Vi starete chiedendo: conviene aggiornare a macOS Sierra? Dal mio punto di vista, assolutamente sì. Non si tratta di un sistema completamente nuovo, questo è chiaro, ma le novità introdotte sono davvero comode e ben realizzate e non ci sono evidenti bug che compromettono la funzionalità e l’usabilità dell’OS, che risulta in generale molto stabile e sempre più rifinito. Durante il periodo di beta testing mi sono trovato davvero bene con Sierra, tanto da sceglierlo come OS principale su tutti i miei Mac già dopo qualche settimana (precisamente dalla seconda Developer Preview), e i crash sono stati pochi e di lieve entità.

Se avete un Mac piuttosto recente (dal 2011 in poi) non perderete nulla in prestazioni e fluidità, ma guadagnerete tantissime nuove funzioni che aumenteranno considerevolmente la produttività e la semplicità d’uso del vostro Mac. Se avete un dispositivo iOS aggiornato ad iOS 10, poi, l’aggiornamento è assolutamente consigliato.

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