Tim Cook riceve una telefonata da Obama: si parla di “fiscal cliff”

Il cosiddetto “fiscal cliff” è stato al centro di una telefonata tra il presidente USA Obama e il CEO di Apple Tim Cook.

Tim Cook è stato uno dei pochi amministratori delegati ad aver ricevuto la telefonata di Obama relativa ai problemi di bilancio del governo e delle nuove norme fiscali che andranno in vigore tra qualche settimana. La telefonata di Obama aveva lo scopo di sensibilizzare le grandi aziende a trovare un equilibrio per la riduzione del disavanzo fiscale e proteggere così la classe media e l’economia americana. Insomma, si è parlato di questo “fiscal cliff”, o “baratro fiscale”, che potrebbe avere serie ripercussioni sul futuro degli Stati Uniti e delle sue aziende.

Come spiegato da Polisglob, sono due gli elementi che formano il fiscal cliff. Il primo è la scadenza dei tagli fiscali decisi dai repubblicani nel 2001: l’amministrazione Bush, per far passare le discusse misure che tagliavano le tasse ai più ricchi, aveva fissato il limite temporale al prossimo 31 dicembre. Ciò vuol dire che dal 1 gennaio scatterà un indifferenziato aumento di tasse per tutte le fasce di popolazione. Aumento che, assieme a una serie di tagli approvati nei mesi scorsi, provocherà un crollo di 4 punti di Pil, facendolo passare dal +2 stimato a un -2 che affosserebbe la ripresa e manderebbe l’economia americana in una gravissima recessione.

Il secondo elemento è il debt ceiling, il tetto di indebitamento. In America è il Congresso a decidere se e quanto il governo federale può indebitarsi, e una volta raggiunto il tetto bisogna chiedere una nuova autorizzazione. Se questa autorizzazione non viene data, il governo deve mantenersi unicamente con le tasse incassate, con il risultato di trovarsi presto nella condizione di non poter pagare più gli stipendi. Il default, in pratica. Nel 2011, il Congresso a maggioranza repubblicana stabilì un aumento del tetto di indebitamento, a patto però di richiedere una nuova autorizzazione entro il 31 dicembre 2012.

Ora la situazione è questa: il Congresso dovrebbe varare una nuova legge, ma i repubblicani vogliono salvaguardare i tagli alle tasse per i più ricchi, posizione che Obama rifiuta decisamente. Continuando l’impasse scatterebbe l’aumento di tasse per tutti, e i democratici sarebbero anche disposti a questo rischio, visto che poi potrebbero facilmente dare la colpa ai repubblicani. Ma dal canto loro i repubblicani si “vendicherebbero” non concedendo l’autorizzazione all’indebitamento, cosa che porterebbe il governo a mesi di stasi per evitare il default, con tagli selvaggi e finanza creativa.

Finora, complice la campagna elettorale, le posizioni sono state inconciliabili, perché il Congresso non accetta la proposta di Obama per la tutela dei ceti medio-bassi, e il presidente ha promesso che porrà il veto su qualsiasi legge che bypassi il cliff senza aumentare le tasse ai più ricchi. E proprio in questi giorni, Obama ha voluto parlare con alcune tra le aziende più importanti e ricche degli Stati Uniti.

[via AppleInsider] 

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