Per aver violato la privacy degli utenti su Safari Google dovrà pagare una multa di 22.5 milioni di dollari

Google potrebbe dover pagare una ingente multa di 22.5 milioni di dollari per aver violato la privacy degli utenti di Apple.

Il Wall Street Journal ha recentemente pubblicato un articolo in cui si afferma che Google sia vicina al raggiungimento di un accordo con la Federal Trade Commission. Ricordiamo infatti come la FTC abbia in passato accusato Google di aver violato la privacy degli utenti del browser Safari ingannandoli con dei cookie: questi permettevano infatti all’azienda di tracciare le attività online degli utenti anche qualora questi avessero esplicitamente disabilitato tale opzione dalle impostazioni del browser. Google ha commentato la vicenda con un comunicato ufficiale: “La FTC fa riferimento ad una pagina relativa al centro assistenza del 2009. Abbiamo ora cambiato la pagina e stiamo lavorando per rimuovere i cookie pubblicitari.” Nonostante Google affermi di non aver arrecato danno agli utenti e di non aver tracciato volontariamente le loro attività, la FTC ritiene che il colosso di Mountain View abbia violato un accordo siglato in precedenza.

L’accordo tra Google e la FTC si basa su una multa di 16.000$ per multa, per giorno. Secondo quanto affermato dal Wall Street Journal  la multa di 22.5 milioni di dollari risulta essere la più grande mai imposta su un’azienda dalla FTC. Nonostante l’entità della multa comunque, la cifra in questione dovrebbe rappresentare solo una piccola porzione delle entrate di Google.

La strategia di Google si basava sull’uso di cookie per sfruttare una falla in Safari, permettendo ad un advertiser di piazzare un cookie qualora l’utente interagisse con un banner pubblicitario. Alcune pubblicità presentate agli utenti tramite DoubleClick, di proprietà di Google, inviavano automaticamente una forma invisibile per far sembrare che l’utente stesse interagendo con una pubblicità, permettendo a DoubleClick di ricevere il permesso da Safari di installare il cookie temporaneo sul dispositivo dell’utente.

Questa pratica di Google è stata scoperta lo scorso febbraio da Jonathan Mayer, un laureato di Stanford autore di una ricerca in cui veniva mostrato come Google stesse utilizzando la suddetta falla presente in Safari per aggirare la politica di Apple sul blocco dei cookie.

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