Promise Pegasus R6 & Mac Thunderbolt – 1000 MB/s ? … si può!

I ragazzi di AnandTech, sono sempre molto rapidi e professionali nel realizzare ampie trattazioni ed utili recensioni di prodotti innovativi che promettono, almeno all’apparenza, di cambiare l’esperienza d’uso di un determinato prodotto, o di una classe di prodotti. È quindi arrivato il tempo di verificare il comportamento di Promise Pegasus R6 con l’interfaccia Thunderbolt. Andiamo quindi a vedere quali sono i principali risultati che si sono ottenuti con questo gran bel dispositivo e con i nuovi MacBook Pro.

Introduzione
Una dopo l’altra le principali barriere del cosiddetto mobile computing stanno decadendo. Fino ad ora la scelta di acquistare un computer portatile (di qualsiasi marca) era accompagnata dalla consapevolezza di rinunciare alle prestazioni di CPU, GPU e dei dispositivi I/O quali gli Hard Disk. Il compromesso portabilità prestazioni è sempre stato, in questo senso, spinto più verso la portabilità senza mai dedicare particolarmente attenzione a situazioni nelle quali le prestazioni avrebbero potuto prendere il sopravvento, almeno sotto certe condizioni di utilizzo.

L’arrivo dei dischi SSD ha messo la parola fine ai problemi prestazionali dei davvero troppo lenti dischi da 2,5” presenti nella maggior parte dei portatili (anche se per ora rimane il problema dello spazio di archiviazione e del prezzo ancora eccessivo). I Processori mobile hanno oramai uno sviluppo che segue di pari passo le versioni ad altre prestazioni per i cosiddetti Desktop PC (iMac e Mac Pro per intenderci) abbattendo anche il secondo problema. Infine le moderne schede grafiche permettono di ottenere prestazioni di tutto rispetto anche sui sistemi mobile, inoltre, compaiono ora le prime soluzioni che permettono di utilizzare schede grafiche esterne per coloro che necessitano una potenza grafica superiore alla media.

La strada sembra ormai chiara, ci si avvia verso una soluzione che permetta di ottenere le massime prestazioni quando si è seduti alla scrivania, ma anche di avere un dispositivi altamente portabile con una elevata autonomia per quando si è in viaggio. Questo ha porta ad una sfrenata ricerca di tecnologie che possano permettere tale elasticità. L’utilizzo di interfacce di comunicazioni sempre più veloci e scalabili è il primo passo che è stato affrontato in questi ultimi anni.

Intel ha proposto numerose soluzioni negli scorsi anni. L’ultima? Thunderbolt. Nel mese di febbraio sono infatti stati rilasciati i primi MacBook  Pro e successivamente gli iMac dotati di tale tecnologia e, nel corso della settimana, Promise ha immesso sul mercato il primo dispositivo di Storage con interfaccia Thunderbolt ad elevate prestazioni.

Abbiamo già parlato innumerevoli volte di questa nuova tecnologia nata dalla collaborazione di Intel ed Apple proprio nel corso dell’anno, quindi eviterei di soffermarmi troppo su specifiche tecniche etc. Giusto per fare il punto della situazione queste sono le principali novità introdotte:

  • 10Gbps per canal (bidirezionale)
  • Possibilità di trasportare contemporaneamente due segnali: PCIe e DisplayPort

L’innovazione principale portata da tale tecnologia è quindi da ricercarsi si, nelle elevatre prestazioni, ma anche nella possibilità di trasportare in un colpo solo il segnale PCIe e il segnale DisplayPort. In aggiunta alla possibilità di 40Gbps di banda totale, un singolo cavo può trasportare anche 10W di potenza elettrica per i dispositivi connessi.

Sono ovviamente scontati alcuni confronti con la nuova porta USB 3.0, tanto rivoluzionaria (almeno quando presentata) ma ancora troppo lenta per creare sistemi di storage, e non solo, ad elevate prestazioni. Se Thunderbolt permette di sfruttare una banda di 40Gbps l’USB di nuova generazione consentirà di raggiungere appena 1/4 di tale velocità arrivando a circa 5Gbps senza poi contare l’impossibilità di trasportare anche un segnale DisplayPort.

Primise Pegasus R6
Attualmente sono state commercializzate due versioni del Pegasus: la variante R4 e quella R6 le cui numerazioni identificano il numero di dischi contenuti al loro interno. Tramite Apple è possibile acquistare le seguenti quattro configurazioni possibili.

Tutte le precedenti sono composte da dischi da 3.5″ a 7200RPM post un una configurazione di dafault Raid 5 (sono tuttavia possibili anche configurazioni classiche quali Raid 0,1,6,50, 10).  La versione che i ragazzi di Anandtech hanno avuto tra le mani per la recensione è quella la R6 con 6 dischi da 2TB in configurazione Raid 5.

All’interno del dispositivo è collocato un Raid Controller  PCM, Sierra PM8011 8 porte SAS-2. Delle quali solamente 6 sono attive e quindi utilizzabili. Interno al dispositivo si trova un processore MIPS da 600MHz con 512MB di Ram DDR3. Come detto il dispositivo è dotato di sei dischi rimovibili da 3.5” in grado di accogliere anche supporti da 2.5”. L’estrazione dei dischi è davvero facile e delicata grazie all’apposito tasto che permette di far scattare in fuori il disco voluto. Ognuno di essi è stato, inoltre, dotato di due LED che indicano lo stato e l’attività corrente del disco (blu se tutto funziona correttamente, rosso se vi sono problemi).

Il controller Raid di cui è dotato il Pegasus consente inoltre l’estrazione dei dischi anche durante il funzionamento del sistema. Ovviamente in accordo con la modalità di Raid utilizzata sarà possibile estrarre un certo numero di dischi senza perdere dati. Sarà quindi possibile estrarre a caldo un disco in modalità Raid5 senza generare alcun problema. Ovviamente se si estraesse un secondo disco tutti i dati andrebbero persi. Per le operazioni di sincronizzazione dell’array di dischi, in seguito a sostituzioni e/o modifiche degli stessi, è necessario (con sistema carico) un tempo di circa 7 ore, durante le quali si potrà utilizzare ugualmente il sistema.

Sul retro vi sono due ventole di raffreddamento una da 100mm ed una seconda da 40mm per dare aria fresca ai dischi ed all’alimentatore da 250Watt.

Cosa curiosa (sopratutto per il prezzo del sistema) viene venduto senza cavi Thunderbolt. Apple attualmente offre sul suo store cavi di due metri di lunghezza per circa 40€

Il dispositivo arriva completamente funzionante e quasi pronto per l’utilizzo direttamente dalla fabbrica. Sono necessarie solamente alcune configurazioni da eseguire sul Mac che utilizzerà il sistema di storage. Per prima cosa ricordiamo che solamente i Mac costruiti dopo il 2011 possono supportare tale tecnologia ed attualmente solamente gli iMac ed i Mac Book Pro sono dotati di una porta Thunderbolt (in attesa del rinnovamento dei Mac pro). Per prima cosa, sarà quindi necessario aggiornare il proprio sistema con l’ultima versione di Snow Leopard 10.6.8 (o Lion se preferite) ed, infine, sarà sufficiente collegare il dispositivo tramite l’apposito cavo, il quale comparirà sulla scrivania con un’icona dedicata.

Il bundle di tool messi a disposizione da Promise permettono un completo controllo di tutto il sistema i rettamente da Mac. Davvero semplice l’utilizzo di tali tool che si spiegano da soli. La Dashboard è la schermata Home dell’applicazione di gestione del sistema, essa permette un rapido controllo dello stato attuale del dispositivo e di ogni suo singolo componente (dischi etc).

È disponibile anche un ottimo wizard che vi consentirà di configurare il vettore di dischi a vostro piacimento in ogni suo più piccolo dettaglio: selezionando le dimensioni di ogni settore e di ogni stirpe dei dischi e le modalità di scrittura e lettura che dovranno essere attuate.

La tabella sottostante mostra tutte le modalità con cui è possibile customizzare il proprio array di dischi.

Come per tutti i dispositivi collegati ad un Mac, anche in questo caso sarà necessari eseguire l’espulsione del dispositivo (trascinandolo ad esempio sull’icona del cestino). In caso contrario il classico messaggio di avviso sarà visualizzato subito dopo il distacco.

Prestazioni
I ragazzi di Anandtech hanno eseguito innumerevoli test (beati loro!!) sul dispositivo, con diverse tipologie di disco (oltre a quelle standard della casa) sia magnetico che SSD. Tutti i test sono stati eseguiti con il duplice scopo di verificare il funzionamento del sistema Promise ma anche per verificare quale fosse effettivamente il limite di un sistema di storage tramite l’utilizzo di una connessione Thunderbolt. I risultati soddisfano, a mio parere, le attese e diventano quasi fantascienza se si utilizzano dischi SSD ad altre prestazioni (nelle prove fatte il sistema si ha supportato ottimamente anche la configurazione con dischi SSD seppur non sia la configurazione per cui è stato ideato). Ecco i risultati:

Per prima cosa si è connesso un MacBook Pro con disco SSD da 250GB (quello fornito da Apple stessa) per verificare quali fossero le prestazioni durante l’utilizzo comune del dispositivo. Ecco i risultati:

Con una seconda sorgente Thunderbolt e con l’ausilio di Iometer, è stato testato il sistema con un accesso sequenziale di 2MB. Questo sono stati i risultati ottenuti:

Si è passati successivamente a testare il sistema con file di grosse dimensioni. Questi sono i risultati ottenuti durante la copia di un singolo file delle dimensioni di 10TB (piccolo eh!)

Infine ecco altre prove eseguite con diverse modalità Raid e con diverse tipologie di dischi.

Notare come si sia arrivati a sfiorare i 1000MB/s in una configurazione che, seppur non essendo quella di fabbrica, fa capire quali siano i limiti effettivi di tale tecnologia. Da sottolineare la differenza con un classico sistema Raid-0 da 2 x 3TB collegato tramite FireWire 800. Inoltre non si ha nemmeno la certezza che le prestazioni ottenute siano dovute da limiti della tecnologia thunderbold o da altri colli di bottiglia del sistema.

Considetazioni finali e conclusioni
Con l’ultimo aggiornamento del firmware dell’interfaccia thunderbold installato sul vostro iMac o sul vostro MacBook pro, il Promise Pegasus R6 diventa un dispositivo bootable. Cosa significa? è possibile installarvi sopra Mac OS X e selezionare di eseguire il boot da tale periferica all’avvio successivo del vostro sistema.

Non è ovviamente la soluzione ideale, ma se volete provare è possibile!

Qualche considerazione finale anche circa i consumi e circa il rumore del sistema durante il suo normale utilizzo. Con sei dischi da 7200RPM (configurazione standard quindi), In idle il sistema consuma circa 64W di potenza. Sotto massimo carico, invece, si raggiungono i 70W.

La ventola da 100mm raffredda in modo ottimale i dischi all’interno dell’involucro di alluminio. Dopo 8 ore di funzionamento, la temperatura massima registrate è stata di 45°C. Durante il normale utilizzo (sotto carico) la temperatura dei dischi oscilla tra i 41 ed i 45°C mentre la ventola gira intorno ai 1200RPM.

Per quanto riguarda il rumore, durante l’utilizzo si oscilla tra i 40DB e i 47DB (quando i dischi macinano). Non è quindi rumoroso, ma nemmeno completamente silenzioso. Un lieve rumore di ventole si aggiungerà quindi al vostro ambiente!

Senza ombra di dubbio, attualmente il Promise Pegasus R6 è il dispositivo più performante che potrete collegare ai vostri Mac. Anche con l’utilizzo dei classici dischi magnetici si possono raggiungere velocità molto elevate che raggiungono i 600MB/s.

Sarebbe forse fantascienza avere a disposizione lo stesso sistema, magari di dimensioni ridotte, dotato di dischi a stato solido (o SSD). Abbiamo infatti visto quali siano le prestazioni ottenibili con una tale configurazione. Ovviamente si andrebbe a perdere una grossa porzione dello spazio di archiviazione disponibile (a causa delle attuali dimensioni dei dischi SSD) ma, per molti utenti, avere 10TB di spazio potrebbe essere poco utile, mentre avere elevatissime prestazioni di trasferimento è sicuramente utile a tutti!.

Qualche considerazione sul prezzo.

  • Sistema RAID Promise Pegasus R4 da 4TB (4 x 1TB) [+ € 869,00]
  • Sistema RAID Promise Pegasus R4 da 8TB (4 x 2TB) [+ € 1.299,00]
  • Sistema RAID Promise Pegasus R6 da 6TB (6 x 1TB) [+ € 1.299,00]
  • Sistema RAID Promise Pegasus R6 da 12TB (6 x 2TB) [+ € 1.699,00]

Il dispositivo qui presentato è quindi disponibile sullo Store Apple a poco meno di 2000€ mentre gli altri modelli, a scalare, arrivano sino a circa 900€. Prezzi piuttosto elevati, quindi, che probabilmente faranno del Pegasus R6 un prodotto di nicchia. 10TB sono sicuramente tanti e le prestazioni del sistema sono ottime, ma 2000€ mi sembrano davvero tanti per un sistema di storage che possa diffondersi rapidamente anche tra le mura domestiche, anche se posso testimoniare in prima persona della comodità di utilizzo di tali sistemi sia per l’archiviazione di dati, quali musica, film, video di famiglia, foto etc, che possono essere condivisi da tutta la rete domestica e visualizzabili quindi da una qualsiasi postazione all’interno della casa.

Se quindi avete problemi di spazio e desiderate un sistema ad elevate prestazioni per salvare in modo rapido e sicuro tutti i vostri dati, e non avete problemi a sborsare una cifra di poco inferiore ai 2000€, il Pegasus R6 è davvero un prodotto di eccellenza che assolutamente vi consiglio.

Sperando che l’articolo sia di aiuto e chiarimento, per una trattazione più completa (con anche altre problematiche e punti di vista) rimando all’eccellente articolo scritto da www.Anandtech.com

[Fonte e immagini – www.Anandtech.com]

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