I nuovi iMac di Apple: Upgrade o Rivoluzione?

Come si “rumoreggiava” già da tempo, ieri Apple ha presentato la nuova linea di iMac. Per i più affezionati al mondo della mela non ci sono state reali o affascinanti sorprese. Apple non ha aggiornato la linea estetica del suo computer “all in one” ma ha lavorato sotto il cofano. Le principali novità riguardano la possibilità di utilizzare periferiche che sfruttino la nuova connessione veloce Thunderbolt, una nuova videocamera integrata “HD” e un ampia scelta di processori quad-core disponibili. Ai più, tutto questo potrà sembrare un semplice upgrade del “motore” dei computer di Cupertino, ma ad un occhio più attento, si possono notare delle intelligenti piccole mosse di Apple che possono donare a questi nuovi iMac un nuovo traguardo commerciale!Approfondiamo insieme alcuni dettagli.


Forse sarà il fatto che Apple ci ha abituati a non dare mai nulla per scontato. Ogni sua presentazione di un nuovo prodotto, un aggiornamento o anche un semplice comunicato, nasconde dietro uno studio meticoloso, un analisi di mercato mirata affinché l’operazione sia svolta al momento giusto e nel modo giusto.  Questo iter sicuramente sarà lo stesso seguito da altre società concorrenti, ma Apple ha sempre usato quel pizzico di azzardo in più che le ha permesso di diffondersi a macchia d’olio in qualunque settore inserisse una sua creazione.
Per i dettagli più tecnici di questi nuovi Home Computer, ci aspettiamo quanto prima le classiche recensioni di siti come iFix pronti a smontarli minuziosamente ogni loro parte e svelarci i retroscena nascosti ai nostri occhi. In questo articolo vorremmo invece analizzare cosa ci propone Apple con i nuovi iMac a livello di funzionalità e possibilità date all’utente.

La prima cosa che tutti abbiamo sicuramente guardato è il design, le dimensioni e le possibilità di scelta. Abbiamo sicuramente notato che il design non è cambiato e siamo andati subito a spulciare quali modelli fossero disponibili. Lo store infatti propone due versioni base, ovviamente personalizzabili, da 21,5 pollici e da 27 pollici. Abbandonati del tutto i processori precedenti all’intel i5. Questo metterà a tacere sicuramente le classiche polemiche che attorniano da sempre questa categoria di prodotti, ossia che Apple decida di utilizzare hardware non proprio recentissimo vendendolo a prezzi decisamente alti.  Seppur è vero che in passato Apple ha subito (forse a ragione) critiche per la scelta di componenti quasi obsoleti quali processori e schede video, gli utenti che decidevano comunque di fare i loro acquisti, rimanevano entusiasti ugualmente. Il sistema operativo Apple e le applicazioni installabili donavano un esperienza d’uso che in qualità e prestazioni superavano di gran lunga la concorrenza che usava stesso hardware ma con sistema operativi diversi. Questo ha sempre dimostrato che se anche è vero che comprando un iMac si portava a casa dell’hardware non del tutto recente, vi era dentro un motore software capace di sfruttare meglio di qualsiasi altro sistema le stesse periferiche.  Oggi la storia sembra davveroè cambiata. CPU potenti capaci di prestazioni davvero da record anche sul sistema più economico. Nel 2007 un iMac da 20 pollici entry level poteva garantirci l’utilizzo di applicazioni home oriented come uso di internet, email, applicazioni office e qualche giochino poco esoso in qualità di risorse necessarie per 5 o forse 10 anni. Oggi invece un iMac da 21 pollici non solo promette prestazioni gaming all’avanguardia, ma garantisce supporto ad applicazioni semprofessionali di tutto rispetto. Il compartimento grafico non è da meno e supporta pienamente stress grafici e applicazioni 3D. Insomma sembra che anche con il modello più economico Apple assicura massima libertà di usare qualsiasi applicazione home, strizzando l’occhio alle applicazioni semi-professionali. Con queste premesse è facile immaginare cosa si può ottenere con  l’escalation verso il sistema più costoso. Sul sito istituzionale Apple infatti, viene affermato in tutta leggerezza:

“Se stai usando un’applicazione molto impegnativa per il processore, come Aperture 3 o Final Cut Pro, puoi contare su un incremento extra delle prestazioni: Turbo Boost 2.0 aumenta in automatico la velocità dei core attivi fino a 3,8GHz e, poiché cambia la frequenza dei core per incrementi più piccoli, permette al processore di aumentare le prestazioni senza sacrificare l’efficienza. E tutto avviene dietro le quinte, così tu puoi lavorare (o giocare) più velocemente senza preoccuparti di nulla.”

A nostro avviso, nell’ottica del “niente è per caso” queste considerazioni prendono un peso di rilievo, offrendo gli spunti per opportune riflessioni sulla possibile politica economica Apple dei prossimi anni. Aperture o Final Cut Pro, insieme al non da meno Logic Studio sono applicazioni che fino a ieri avevano target decisamente professionali. Utilizzati da studi di registrazione o fotografici, se non addirittura da sedi di reti televisive, si tratta di software che richiedevano spesso l’utilizzo di sistemi dedicati. Apple infatti dedicava un intera linea di computer: i Mac Pro. Oggi questo confine sembra sparito. Con poco più di 2000 euro possiamo portarci a casa una stazione di editing video / audio di tutto rispetto. Sembra che Apple, rispettando la fama guadagnatasi negli anni 90, abbia deciso prepotentemente di riprendersi una fetta di utenze interessate a lavorare con strumenti grafici o audio professionali. I nuovi iMac sono supportati da connessioni digitali innovative e all’avanguardia ad un prezzo accessibile ai più, rendono accessibile a chiunque la possibilità di fare fotoritocco, composizione musicale ed editing video come mai prima.

Ecco perché non ci stupisce più di tanto il fatto che adesso è possibile avere connessioni veloci come Thunderbolt o di avere una fotocamera che permetta la ripresa video widescreen HD. Quello che più sorprende è che Apple abbia reso davvero accessibile al mondo home le prestazioni e la professionalità della sfera professionale più avanzata. Un esempio pratico è dato dalla seconda porta Thunderbolt resa disponibile nell’iMac 27″. Le periferiche Thunderbolt, come per il trasferimento firewire, possono essere collegate in cascata senza perdite di prestazioni. Perchè allora una seconda porta? Semplice perchè con una seconda porta Thunderbolt è possibile guidare un secondo Apple Cinema Display! Per assurdo, è possibile collegarne due. In questo modo si può realizzare un vero studio di editing video!

Su twitter si respira pienamente l’entusiasmo di diversi editor professionali che vedono le loro tasche alleggerite dal peso dell’acquisto di costosissimi sistemi professionali che permettano la gestione di flussi HD in realtime.

Come introduzione a questo articolo abbiamo accennato che Apple non fa nulla per caso, studiando appositamente tempi e metodi. Adesso infatti iniziano a prendere corpo alcuni sospetti maturati nelle ultime settimane. E’ risaputo, Apple ha presentato diversi mesi fa un nuovo sistema operativo, Lion, che propone semplicità e funzionalità come il sistema operativo utilizzato nei suoi dispositivi portatili. Ha così creato un’aspettativa e gestito i rumors diffusi dai vari sviluppatori e beta tester che partecipano al loro programma di bugfixing prima del lancio definitivo della nuova versione.  Un sistema operativo performante, realizzato interamente a 64Bit, semplice ed intuitivo, pronto a sfidare la concorrenza per i prossimi anni. Con l’introduzione dei nuovi MacBook Pro, è stata introdotta la nuova connessione veloce, frutto della collaborazione con gli ingegneri Intel. Ed  è di pochi giorni fa la notizia del rebuild e del completo restiling e di Final Cut Pro che lascerà il passo ad Final Cut X, molto funzionale, user friendly e capace di sfruttare nuove teconologie ad alta velocità e qualsiasi formato video scalabilmente.  Questo cocktail di informazioni non può che portare ad un unica conclusione logica: con i nuovi iMac Apple si prepara ancora una volta a rivoluzionare l’idea di Home Computer. Non si tratta di un semplice upgrade, ma è una scelta che fa parte di un progetto molto più ampio e forse una vera e propria rivoluzione in atto.

Se tutto questo può scatenare gli entusiasmi dei fans Apple di ultima generazione, può invece intimorire i classici e storici utenti Apple che storgono il nasto facilmente al vedere come il logo della loro azienda preferita sia adesso in mano a chiunque abbia un iPod o un iPhone come se fosse un oggetto di moda, di tendenza,  che delinei un certo life stile. Inoltre tutta questa potenza, realizzata con componenti mobile (ricordiamoci che gli iMac usano l’hardware realizzato in origine per computer portatili), capace di dar filo da torcere al più potente dei Mac  Pro attualmente in commercio, come influirà sui futuri sviluppi hardware e software Apple?

Se è vero che Apple non lascia niente al caso, non possiamo dimenticare di azioni che forse ai più saranno passate inosservate, ma che hanno scosso diversi professionisti IT. Basti pensare all’abbandono nel 2010 degli Xserve, sistemi server dedicati.

Forse l’utenza home rappresenta un mercato in cui l’azienda di Cupertino Apple vuole inserirsi prepotentemente a scapito di una fascia di utenza meno redditizia come quella dei professionisti?
Forse stiamo semplicemente assistendo ad un’appiattimento delle differenze tra le utenze atto a rivoluzionare il concetto di professionale e non professionale?
Quale sarà il futuro dei prossimi Mac Pro? Ci dovremo aspettare proporzionalmente di più?

Di certo di rivoluzione si parla ed in un mondo ideale, questo sembra davvero essere quanto l’utenza si aspetta da una società come Apple. Voi che ne pensate?
A voi le riflessioni del caso e la parola ai vostri commenti!

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