Dirigenti Apple discutono di come sono stati sviluppati M1 Pro e M1 Max

Due dirigenti Apple hanno parlato nuovamente dei chip M1 Pro e M1 Max dei nuovi MacBook Pro.

Secondo due dirigenti dell’azienda, l’obiettivo di Apple con i chip M1 Pro e M1 Max era quello di “sfondare le porte” in termini di ciò che era possibile fare.

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I VP di Apple Tim Millet e Tom Boger sono intervenuti nel podcast Upgrade per parlare di come sono nati i processori M1 Pro e M1 Max. I due dirigenti hanno affermato che l’obiettivo dell’azienda era di scalare in modo significativo le prestazioni mantenendo un’architettura dei chip familiare per sviluppatori e professionisti. Tutto questo ha richiesto al team di smontare il processore e “rimontare tutto”.

Alla domanda se l’M1 Pro e l’M1 Max hanno richiesto più lavoro rispetto all’M1, i due hanno notato che il primo chip Apple Silicon aveva alle spalle un decennio di lavoro all’interno dell’azienda. M1 Pro e M1 Max sono stati completati in un periodo di tempo molto più breve e hanno richiesto un’accelerazione della ricerca e dello sviluppo.

Sull’architettura di memoria unificata, entrambi hanno ribadito che lo scopo di Apple è trovare tutti i modi per fare cose che prima non potevano essere fatte, e farlo in modo più veloce e performante possibile.

L’obiettivo finale di M1 Pro e M1 Max, così come di altri progetti Apple Silicon, era quello di “cambiare le regole del gioco” nel settore dei chip e cambiarle anche per gli utenti professionisti:”Sappiamo che per i nostri utenti professionisti, voglio dire, il loro sostentamento dipende da un Mac, la loro vita è su quel Mac. E quindi vogliamo renderlo il migliore possibile, in ogni modo possibile, per quanto possiamo. E, quindi, questa è la ricompensa per noi ed è quello che siamo entusiasti di fare quando realizziamo sistemi come questo“.

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