“CCC is no longer donationware…” parole lapidarie affidate ad una FAQ per smontare in una manciata di battute 10 anni di onorato servizio con l’esigenza di “ampliare il team di sviluppo e continuare a far crescere il programma”.
La domenica è il giorno del riposo e, teoricamente, ci si dovrebbe rilassare anziché prendere, a torto o ragione, decisioni che, per valenza, vanno ben oltre del semplice cambiamento, di quel “Qualcosa è cambiato” che fa tanto Jack Nicholson ed Helen Hunt tra una finzione, quella cinematografica, ed una realtà, quella di un “respring”, una rinascita con cui Bombich Software stacca il cordone ombelicare al mondo donationware per abbracciare, anzi sposare, il ben piu’ remunerativo settore commerciale.
CarbonCopyCloner, CCC per gli utenti di lungo corso, è un programma storico, una pietra miliare, un baluardo nel mondo Mac: tra aggettivi e sostativi si potrebbe andare avanti a lungo in quanto nel corso degli anni è stato sempre un compagno fedele nonché un porto quiete a cui fare riferimento come soluzione di backup omnicomprensiva, uno strumento in grado di annichilire prodotti commerciali con metodo di copia a blocchi, in grado di eseguire un perfetto clone dei dischi e ripristinare sistemi passati a miglior vita nell’arco di poche ore (il tempo, appunto, di rimappare il nuovo disco).
Le motivazioni sono affidate ad una FAQ e non serve, davvero, aggiungere altro a quanto chiarito nel cappello introduttivo ma la scelta, pur rispettandola, resta quantomai criticabile e irrispettosa di tutti coloro che nel corso degli anni hanno fatto da beta tester gratuiti al programma consentendogli di raggiungere un tale stato di maturazione.
La nuova versione, rilasciata con revision number 3.5, apporta molte novità, questo è indubbio, novità che per certo appartengono ad applicativi di classe superiore, o meglio della classe di CCC ma sul fronte commerciale:
- La release è specifica per Mac OS X 10.6 Snow Leopard, OS X 10.7 Lion o OS X 10.8 Mountain Lion (già completamente supportato) quindi non ufficialmente supportata per girare con OS precedenti per i quali gli sviluppati invitano (Mac OS X 10.4 Tiger e Mac OS X 10.5 Leopard) ad usare CCC 3.4.x;
- Sono stati fatti numerosi passi avanti per la gestione di partizioni di recovery dedicate ai singoli volumi: ora difatti è possibile avere una partizione di recovery (Recovery HD) per ogni volume e non per l’intero disco, funzionalità ben note ai possessori di Lion o Mountain Lion;
- La qualità generale del codice alla base di CCC ha risentito (noi diremmo “necessitato…”) di un notevole refresh al fine di soddisfare i requisiti di GateKeeper per una compatibilità totale con Mountain Lion (in tal modo si è ottenuta anche la certificazione Apple Developer Certificate);
- Gran parte dei file binari contenuti nel bundle di CCC sono ora specifici per piattaforme a 32/64-bit (esclusivamente);
- Sono state apportate varie correzioni rilevate con il ripristino di backup su Lion nonché con lo scheduler per il ripristino di tipo non presidiato;
- Per quanto realmente “fruibile”, CCC è ora in grado di sfoggiare una interfaccia grafica pienamente compatibile con i display Retina dei nuovi MacBook Pro (Retina).
Le novità, quindi, sono copiose ma l’argomento “acquisto” merita alcune doverose precisazioni:
Il prezzo del programma è stato fissato a € 33,74 che tuttavia con la promozione in atto, “Get ready for Mountain Lion” si riduce a 25,30 euro con cui non solo sono rimossi i limiti di utilizzo della demo ma anche i banner pubblicitari che la animano. Se tuttavia si fosse sostenuto lo sviluppo con una donazione con una cifra di qualsiasi entità sarebbe possibile ottenere la versione registrata del programma, e l’iniziativa riconosciamo è lodevole…, inviando al team un’email su questo indirizzo e fornendo loro le informazioni necessarie per rintracciarla.
La promozione terminerà il 12 agosto, periodo piu’ che sufficiente per valutare, nel caso di nuovi utenti, la bontà del programma con la versione dimostrativa a tempo, o di convincersi e credere che, evidentemente, gli sviluppatori hanno dovuto cambiare in modo radicale la loro politica di business per motivazioni che vanno ben oltre il mero lucro, forse perché era l’unica strada percorribile per non lasciare morire la loro creatura…